domenica 6 gennaio 2019

CULTURA E CIVILTA' NELL'ANTROPOLOGIA INGLESE



  • UNA DEFINIZIONE ANTROPOLOGICA DI CULTURA
Edward B.Tylor pubblico in Gran Bretagna nel 1871, un libro importante: Cultura primitiva.
Quì egli formulò quella che è considerata la prima definizione antropologica di "cultura":
"La cultura intesa nel suo senso etnografico più ampio, è quell'insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro della società".
Tylor diede al concetto di cultura due sfumature distinte. Da un lato, per lui la cultura era qualcosa di fortemente connaturato a una popolazione, una società, una comunità particolari. Dall'altro lato, però, la cultura era una caratteristica universalmente umana, consistente nel saper usare degli strumenti, credere negli spriti invisibili, avere un linguaggio, delle concezioni estetiche, morali ecc.
  • UNA SCIENZA COME MEZZO DEL PROGRESSO
Alla metà dell'Ottocento la Gran Bretagna era un paese in piena espansione industriale e coloniale. Essa era stata infatti la culla della Rivoluzione industriale, che aveva portato allo sviluppo dell'industria tessile e metallurgica con l'invenzione della macchina a vapore.
Con la seconda Rivoluzione industriale, la Gran Bretagna aveva compiuto un ulteriore passo in avanti con l'uso dell'elettricità e dei prodotti chimici. Era quindi un Paese "sottosopra": si scavavano gallerie e canali, si costruivano ponti e ferrovie, locomotive e navi ecc. Gli investimenti nelle vie e nei mezzi di comunicazione erano un segno della vitalità industriale ed economica.
Quell'idea di "progresso", che gli illuministi avevano adottato per illustrare un ipotetico cammino di crescita culturale e sociale del genere umano, sembrava ora fondarsi su fatti concreti: lo sviluppo del capitalismo industriale.

ANTROPOLOGIA: Il concetto di cultura

LE ORIGINI DEL CONCETTO DI CULTURA IN ANTROPOLOGIA
  • LA FORMAZIONE DEL CONCETTO DI "CULTURA"
Le origini dell'antropologia sono in realtà vaghe, fermo restando il fatto che la curiosità per popoli diversi è insito nella natura umana. L'interesse per i popoli "altri" ebbe tuttavia un impulsodecisivo nell'età delle grandi esplorazioni che si aprì dopo la scoperta del Nuovo Mondo, ma fu soltanto nel Settecento, con l'illuminismo, che lo studio dei popoli extra-europei cominciò a rappresentare un vero e proprio campo di indagine per linguisti, storici, filosofi, geografi e scienziati naturali.

L'APPROCCIO STORICO CULTURALE DELLA TEORIA DI VYGOTSKIJ



  • FATTORI STORICI, CULTURALI, SOCIALI E SVILUPPO
In Russia si sviluppò l'approccio "storico-culturale" della psicologia, il cui principale esponente fu Lev Semenovich Vygotskij. Influenzato dagli eventi storici in corso, egli cercò di contribuire ai mutamenti sociali in atto, occupandosi in particolare di tematiche relative all'istruzione, all'educazione, alle differenze nello sviluppo cognitivo.
Le teorie di Vygotskij furono messe al bando dal regime stalinista in Unione Sovietica e rimasero sconosciute in occidente, dove prevaleva l'opera di Piaget, fino a quando negli anni Sessanta alcuni suoi testi cominciarono a essere tradotti in inglese. 


  • LO SVILUPPO COGNITIVO SECONDO VYGOTSKIJ
Vygotskij focalizzava la sua atenzione sulle correlazionitra le differenze strutturali nello sviluppo cognitivo e l'influenza dell'ambiente, delle relazioni, della cultura cui il soggetto è sottoposto. 
Lo sviluppo, in questa prospettiva, è l'esito delle attivita e delle interazioni sociali. Esso avviene in un contesto storico e culturale determinato, che fornisce agli individui strumenti e segni che facilitano il processo di sviluppo delle funzioni psichiche.
  • LA COSTITUZIONE DEI CONCETTI NEI BAMBINI
Vygotskij analizza lo sviluppo dei concetti nei bambini, individuando delle fasi ben precise:
  1. Nella prima fase il bambino comincerà a fare una sintesi delle proprietà e delle caratteristiche più esteriori e vistose presenti nei vari oggetti: sarà colpito e coglierà soprattutto le somiglianze tra le cose che lo circondano
  2.  Nella seconda fase si svilupperà la generalizzazione, cioè la capacità di creare nessi concreti fra le cose e non solo di coglierne le somiglianze: è la  fase in cui il bambino, di fronte a determinare caratteristiche, riconoscerà una casa come tale anche se ha elementidiversi rispetto a quella in cui egli vive
  3. Nella terza fase il bambino sarà in grado di compiere il processo di astrazione vero e proprio, tipico della formulazione dei concetti: egli sarà quindi in grado di pensare al concetto di casa in astratto, anche in assenza di esemplari concreti e riuscirà inoltre a creare collegamenti fra concetti a livello astratto.

JEAN PIAGET E IL COSTRUTTIVISMO


  • MENTE E SVILUPPO COGNITIVO 


Jean Piaget ha analizzato in profondità lo sviluppo cognitivo evidenziando l’importanza delle strutture della mente: esse rivestono un ruolo fondamentale per l’acquisizione di informazioni nel processo di conoscenza della realtà. 
"Lo sviluppo psichico, che comincia con la nascita e termina con l’età adulta, è paragonabile alla crescita organica: come quest’ultima, consiste essenzialmente in un cammino verso l’equilibrio": così inizia Lo sviluppo mentale del bambino, testo in cui lo studioso svizzero sottolinea come lo sviluppo sia un continuo equilibrarsi, un "passaggio continuo da uno stato di minor equilibrio a uno di equilibrio superiore". 
Piaget considera lo sviluppo mentale come una continua costruzione in cui agiscono alcune funzioni costanti e delle strutture variabili, ovvero strutture che si modificano per conseguire progressivamente l’equilibrio. Tali strutture non sono innate, salvo alcuni riflessi e meccanismi percettivi, ma si sviluppano attraverso l’integrazione con l’ambiente, in modo progressivo, per cui è possibile distinguere diversi stadi di sviluppo. A ogni stadio appaiono nuove strutture che permettono di procedere nell’acquisizione delle conoscenze.
  • GLI STADI DELLO SVILUPPO 
Piaget esamina a fondo lo sviluppo e descrive in modo dettagliato le varie tappe dell’evoluzione del pensiero, analizzando aspetti specifici come il concetto di permanenza dell’oggetto, i concetti di conservazione della quantità o della sostanza, la classificazione. Per le sue ricerche utilizza l’osservazione, il colloquio clinico con i bambini, test ed esperimenti
Di seguito ci saranno i vari stadi dello sviluppo che Piaget ha individuato.

1.Lo stadio senso-motorio: corrisponde al periodo che va dalla nascita ai due anni.
~ Nel primo mese i comportamenti sono basati sui riflessi he sono gli schemi di cui il neonato dispone. In questo periodo i più importanti sono la pressione con la mano e la rotazione del capo.
~ Tra uno e quattro mesi compare la reazione circolare primaria: si tratta di una reazione che non è più un riflesso, ma è un’azione ripetuta.
~  Dai quattro agli otto mesi compaiono le reazioni circolari secondarie, ovvero viene ripetuta un’azione per produrre un effetto sull’ambiente.
~ Dagli otto ai dodici mesi l’interazione con l’ambiente diventa più elaborata. Compare il comportamento intenzionale, per esempio togliere un ostacolo; il bambino sa coordinare l’azione con i fini.
~ Dai dodici ai diciotto mesi compaiono le reazioni circolari terziarie.
~ Dai diciotto ai ventiquattro mesi il bambino inventa nuovi mezzi per risolvere i problemi.
Piaget sottolinea come affettività e intelligenza siano indissolubili: i comportamenti attraverso cui il bambino costruisce le sue conoscenze infatti si basano sull'azione, sul movimento ma anche su motivazione, valori, sentimenti.

2. Lo stadio preoperatorio
E' lo stadio che va dai 2 ai 7 anni. In questo periodo evolve sempre più il pensiero simbolico: il pensiero del bambino non è più legato alle sue azioni e percezioni immediate.
La rappresentazione simbolica assume forme sempre più articolate.
Il linguaggio e gli scambi con gli adulti sono fondamentali: il bambino formula la propria azione in linguaggio, racconta le azioni passate trasformando "le condotte concrete in pensiero". Il bambino cominca anche a disegnare.
In questa fase non è ancora sviluppata la nozione di conservazione della quantità.
Piaget individua le seguenti caratteristiche del pensiero infantile, presenti nel periodo preoperatorio, fino a circa 8 anni.
- Egocentrismo: il bambiino considera la realtà unicamente a partire dal proprio punto di vista, poichè non riesce a mettersi nei panni degli altri
- Realismo: il bambino si basa sui dati percettivi e considera reale ciò che è visibile, tangibile, concreto
- Animismo: il bambino considera i fenomeni naturali e gli oggetti inanimenti come provvisti di vita e di intenzioni
- Artificialismo: il bambino tende a pensare che gli elementi naturali siano il risultato dell'azione frabbricatrice dell'uomo
- Finalismo: ogni elemento è stato fatto con una finalità precisa
  • VALUTAZIONE DELLE TEORIE DI PIAGET
Il contributo fornito da Piaget alla conscenza dello sviluppo cognitivo del bambino è stato fondamentale. Egli ha analizzato e descritto con chiarezza le fasi del processo attraverso cui l'individuo accresce le varie capacità cognitive che caratterizzano l'individuo adulto.
  • IL COSTRUTTIVISMO DI PIAGET
La sua descrizione dello sviluppocognitivo mette in luce come tale processo l'individuo partecipi in modo attivo alla costruzionedella realtà. Il fanciullo costruisce la sua conoscenza della realtà attraverso le attività che svolge: talora sperimenta una contraddizionetra il risultato delle sue azioni e le informazioni a sua disposizione.Si trova dunque di fronte a un conflitto cognitivo che lo porta ad accomodare le nuove informazioni riadattando le strutture preesistenti: scoprirà che i pezzi delle costruzioni vanno sistemati in un certo modo perchè possano stare in equilibrio, cominciando a elaborare un'idea di baricentro, sebbene ancora non conosca il concetto e non gli attribuisca un nome.

IL COMPORTAMENTISMO (PSICOLOGIA)

  • SPECIFICITÀ DELLO SVILUPPO COGNITIVO
Oggi la maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che lo sviluppo cognitivo avvenga in stretta relazione con lo sviluppo fisico-motorio e con lo sviluppo affettivo e sociale del bambino. Tuttavia è possibile evidenziare alcuni processi fondamentali che caratterizzano in modo peculiare lo sviluppo cognitivo. 
  • IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO IN WATSON
John Broadus Watson è considerato il fondatore del comportamentismo. Nel 1913 scriveva La psicologia dal punto di vista comportamentista, in cui sosteneva un nuovo approccio allo studio dei fenomeni psicologici: oggetto di studio della psicologia sono i comportamenti manifesti che possono essere osservati e analizzati in modo obbiettivo e scientifico. Secondo Watson la psicologia non deve occuparsi dei processi mentali superiori né di concetti non verificabili, bensì utilizzare il metodo delle scienze naturali e considerare esclusivamente dati controllabili.
Watson prende spunto dagli esperimenti del fisiologo ed etologo russo Ivan Pavlov sul condizionamento: l’apprendimento per condizionamento risulta un’associazione tra uno stimolo e una risposta. Pavlov associa allo stimolo del cibo quello di un campanello e successivamente ottiene che la salivazione del cane aumenti al suono del campanello. Tale esperimento di condizionamento classico dimostra che è possibile condizionare una risposta riflessa ed evidenzia il ruolo dell’apprendimento nei comportamenti.
  • IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE IN SKINNER
Burrhus Frederic Skinner approfondisce lo studio del condizionamento operante, cioè quello per il quale il soggetto produce una risposta che ha un effetto sull’ambiente. Nel suo esperimento noto come Skinner box il topolino che vi era rinchiuso apprende a scacciare la leva per ottenere il cibo. Skinner sottolinea l’importanza del rinforzo. I rinforzi possono essere positivi o negativi. L’apprendimento in base a un rinforzo avviene nei vari ambiti della vita quotidiana.

TALCOTT PARSONS E LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO

LA SOCIETA' INDUSTRIALE AVANZATA Una nuova corrente sociologica si è sviluppata negli Stati Uniti nel corso degli anni Trenta, sopra...